Il MOS nel comitato Aids del Ministero. Sabato Usa la TESTa in piazza a Sassari

Il 5 Giugno del 1981, il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) di Atlanta diede finalmente un nome ad una malattia fino ad allora conosciuta come “peste gay” o “malattia 4 H” (poiché erroneamente si pensava che interessasse solo haitiani, omosessuali, emofiliaci ed eroinomani), coniando il termine AIDS, Sindrome da Immunodeficienza Acquisita. Due anni dopo venne individuato il virus responsabile della malattia, l’HIV, Virus dell’Immunodeficienza Umana.
A 40 anni di distanza, e dopo più di 25 milioni di morti, per l’Aids non sono ancora stati trovati né un vaccino né una cura risolutiva e, secondo gli ultimi rapporti di Unaids, con una media di 1 milione di morti all’anno, l’AIDS rimane una delle prime cause di morte in alcuni Paesi, con una forte prevalenza nell’Africa subsahariana.
Nel nostro paese, come in tutti i paesi più ricchi, i trattamenti antiretrovirali permettono di rallentare o arrestare il decorso della malattia e danno alle persone sieropositive la possibilità di vivere “quasi” normalmente. “Quasi” perché le persone HIV+ devono assumere quotidianamente una terapia e sottoporsi a controlli periodici per monitorare l’efficacia dei farmaci ed evitare l’insorgere di resistenze. E’ per questo che, da diversi anni, è stata data grande importanza alla prevenzione, sia attraverso una corretta informazione sulle pratiche di sesso sicuro, principale via di trasmissione del virus, sia sulle possibilità farmacologiche di prevenzione come la PrEP, Profilassi Pre esposizione, e la PEP, Profilassi Post Esposizione, ovvero l’assunzione di alcuni farmaci antiretrovirali che, inibendo la replicazione del virus, evitano di contrarre l’infezione.
Dall’anno della sua fondazione, nel 1992, il Movimento Omosessuale Sardo, ha fatto della lotta all’Aids e, soprattutto, della lotta allo stigma contro le persone sieropositive, una delle sue battaglie principali. Dal volontariato in corsia, per accompagnare molte persone gay lasciate a morire sole nelle stanze di malattie infettive, nei primi anni ’90, alle campagne di informazione e sensibilizzazione, alle denunce sulle carenze nel trattamento delle persone HIV+ e, soprattutto, sulla difficoltà ad accedere al test per l’HIV, in forma anonima e gratuita, nelle strutture pubbliche. Difficoltà che ha spinto l’associazione, nel Dicembre 2018, a lanciare un servizio di test rapido per l’HIV anonimo e gratuito, con la campagna “Usa la TESTa”. La verifica del proprio stato sierologico è infatti una condizione essenziale del percorso di prevenzione: se tutte le persone HIV+ sapessero di esserlo, la trasmissione del virus sarebbe ridotta drasticamente, grazie alle terapie antiretrovirali, che portano all’azzeramento della carica virale, e ad una maggiore attenzione nei rapporti sessuali, nello scambio di siringhe o in altre pratiche a rischio.
Considerate le limitazioni di accesso alle strutture sanitarie, in questo ultimo anno di pandemia, ed alla grande richiesta di test diagnostici degli ultimi mesi, il CLaAS, Comitato Lotta all’Aids Sassari, il progetto sanitario del MOS, ha rilanciato la campagna “Usa la TESTa” con delle giornate di test gratuiti in giro per la città, per la prima volta su unità mobile. Sabato 4 Dicembre il Camper de CLaAS sarà all’Emiciclo Garibaldi di Sassari, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, con test per l’HIV e, per la prima volta, anche per la Sifilide, una malattia a trasmissione sessuale che sta conoscendo un’allarmante recrudescenza nella nostra città. Il progetto “Usa la TESTa” è svolto in collaborazione con la Clinica di Malattie infettive di Sassari e con il contributo dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese.
L’impegno trentennale del MOS nella lotta all’HIV/Aids è stato riconosciuto, a livello nazionale, con l’ingresso dell’associazione nel CTS, Comitato Tecnico Sanitario, il principale organo nazionale di consultazione sulle politiche sanitarie in materia di HIV, Aids e MST (Malattie Sessualmente Trasmesse), presieduto dal Ministro della Salute. Il MOS ha designato la responsabile del CLaAS, Giulia Moi, come sua rappresentante all’interno del Comitato.

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