Enjoy: dopo l’aggressione omofoba, la diffamazione e la colpevolizzazione delle vittime. Ora basta!
Dopo il nostro comunicato in merito all’aggressione omofoba, avvenuta sabato scorso nel locale Enjoy di via Roma, ai danni di una coppia gay, abbiamo evitato ulteriori commenti per limitare, quanto più possibile, le reazioni scomposte che spesso avvengono sui social. A scatenarle ci ha pensato invece il proprietario del locale che, dopo aver appreso la notizia telefonicamente da parte di un responsabile del MOS la Domenica pomeriggio (e non la sera dai social come più volte scritto), ha assunto una posizione inqualificabile e anacronistica, spostando l’attenzione dall’aggressione subita alle sue “norme comportamentali”.
Infatti, contrariamente alle nostre aspettative e al buon senso, il proprietario dell’Enjoy, non solo non si è scusato per l’accaduto ma ha, da subito, colpevolizzato le vittime con l’incredibile motivazione che era stato il loro bacio a scatenare la reazione: “dovevano stare attenti”. Risposta che ha scatenato l’ironia, ma anche la rabbia, del web e che ha spinto Marcello Mannu, proprietario della discoteca, a rincarare la dose con una serie di post diffamanti e a mistificare totalmente la realtà dei fatti. Il bacio, avvenuto in un angolo appartato della sala fumatori, è quindi diventato un “comportamento spinto”, uno “strusciarsi spudoratamente” e, addirittura “sesso in pista”, che avrebbe provocato la reazione di altri clienti e dei buttafuori che li avrebbero poi mandati via. Niente di più falso e sarebbe bastato chiedere alle e ai propri dipendenti, ai buttafuori, alla sorella o al compagno, da lui indicato come co-gestore, informati di tutto subito dopo l’aggressione.
Non una parola di condanna del gesto omofobo, nessun impegno ad evitare certe situazioni nel futuro, nessuna scusa alle vittime. Solo accuse alle vittime, negazione dell’accaduto e la “paternale” sui comportamenti, fino al ridicolo (e virale) “. . . poi per le cose intime ognuno a casa sua o in hotel o in macchina o al massimo ti chiudi in bagno, non in centro pista all’Enjoy” contenuto nella descrizione di una ipotetica futura serata gay-friendly.
Pensavamo che l’equazione “provocazione=aggressione”, tanto utilizzata negli episodi di violenza di genere e nei crimini di odio, fosse ormai superata. Invece, parallelamente alla colpevolizzazione delle donne nei casi di violenza di genere, ree di indossare abiti troppo osè o avere atteggiamenti provocanti, in questo caso si “giustifica” l’aggressione con la “provocazione” del bacio gay. Un’inversione della colpa condivisa purtroppo anche da molte persone omosessuali che, forse, non sono ancora riuscite a superare il terribile scoglio dell’omofobia interiorizzata.
Triste anche l’utilizzo strumentale della propria omosessualità, così come apparso nell’articolo della Nuova Sardegna di Martedì 1 Ottobre, dato che l’orientamento sessuale non è uno scudo all’ignoranza ma una condizione naturale. E che forse lo avrebbe dovuto portare a provare un po’ di empatia per le vittime piuttosto che considerarle come “attori di un complotto” contro di lui.
La dicitura “friendly”, attribuita agli esercizi commerciali, non si riferisce infatti all’orientamento sessuale delle/dei proprietari ma alla convinzione, con conseguente impegno pratico, che l’omofobia così come qualsiasi atto discriminatorio, sia da evitare e, nel caso, censurare, con supporto alle vittime ed allontanamento degli eventuali aggressori. Essere sé stessi/e, vestirsi sexy, scambiarsi baci o abbracci non possono mai, in nessun caso, essere considerati causa di odio o violenza ma semplicemente il diritto alla libera espressione di sé. Garantire questo diritto, nel 2019, dovrebbe essere caratteristica di qualsiasi locale pubblico e privato. Per questo lanciamo un appello a tutte e tutti gli esercenti del territorio di dichiarare la propria disponibilità alla tutela, sempre, della dignità e dell’incolumità di tutte e tutti i loro clienti, a prescindere dal sesso, orientamento sessuale, identità di genere, appartenenza religiosa o provenienza geografica.
Speriamo che la rete di realtà friendly si espanda per tutta la provincia e sia in grado di accogliere le migliaia di manifestanti che il prossimo Luglio parteciperanno al Sardegna Pride che si svolgerà nel nostro territorio.
Movimento Omosessuale Sardo